Page 10 - La Santità delle cose quotidiane
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"Lasciateli giocare" disse nel letto di morte a chi voleva far zit-
tire i suoi ragazzi nel vicino cortile.
A Roma il 21 ottobre 1918 chiede al pa-
pa Benedetto XV, con Padre Soravia, la
benedizione pontificia per tutti i suoi ra-
gazzi. Ad essi dedica il suo tempo, le sue
fatiche, la sua fantasia. Sono la sua passio-
ne, fino sul letto di morte dove dirà che a
lui, i ragazzi, non avevano mai dato fasti-
dio.
Un meditativo "Un meditativo tra il perenne chiasso
tra il chiasso dei ragazzi".
dei ragazzi. Il suo mondo è quello dei poveri, in
una Chioggia superaffollata in cui indigen-
za e abbandono, vita di strada e arretratez-
za culturale sono la condizione e il proble-
ma più diffusi e pesanti. E' l'uomo della
carità, che si traduce in dolcezza per "sal-
vare e dirigere" le anime e si manifesta —
all'occorrenza — come Provvidenza per
sfamare i suoi ragazzi più poveri.
Lo fa con molta discrezione, all'insapu-
ta di tutti. Soltanto dopo la sua morte,
nelle testimonianze di alcuni ex allievi,
emergerà questo aspetto.