Page 12 - Bollettino Padre Raimondo I-2020
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una finestra                                                    Renzo Chiozzotto.



                               DON GIUSEPPE BALLARIN

          tra gli educatori e benefattori storici dei poveri in città

                           Tra i personaggi clo-   “a divinis” dal vescovo diocesano Giacinto
                           diensi che meritano     Ambrosi. Fu un gravissimo colpo perché
                           ricordo e riconoscen-   dovette recedere dalla sua attività caritativa.
                           za, figura anche don    Non sconfitto, la sua profonda interiorità lo
                           Giuseppe Ballarin       portò ad aprire una colonia montana a Molveno
                           (1899-1971). Per lui    nel Trentino, che chiamò “Casa papa Giovanni
                           – come lo fu per Pa-    XXIII” per ospitare i suoi “figli” (una cinquantina)
                           dre Raimondo Calca-     durante le vacanze estive, ma la sospensione
                           gno e per molteplici    “a divinis” era per lui un pesante cruccio che
       istituti religiosi e filantropici tra la fine dell’Ot-  limitò per ben 22 anni il suo cammino ascetico,
       tocento e metà del Novecento – la carità fu il   il suo essere prete, perché doveva affrontare
       segreto della sua vita di educatore della gio-  tribolazioni, sul piano della fede, della speranza,
       ventù abbandonata e derelitta. Ebbe una esi-  della carità, dei rapporti umani civili e religiosi.
       stenza travagliata per disturbi fisici e danni   Poco prima della morte provvidenzialmente
       intellettuali, superati con grande tenacia per-  fu riabilitato da papa Paolo VI: poteva riprendere
       sonale, con il costante contatto con Cristo e il   il suo ministero, offrire all’Eterno Padre il sa-
       provvidenziale aiuto di padre Attilio Soravia   crificio di Cristo, la sua devozione calda e
       della Congregazione filippina di Chioggia:   confidente alla Vergine, il suo intenso operare
       tanto che riuscì a essere ordinato sacerdote.   a favore dei ragazzi abbandonati, di cui divenne
       Tra mille difficoltà, indossando il grembiule   amorevolmente madre, padre, amico, fratello.
       del servizio e affrontando disagi,                  La sera del 20 settembre 1971 una
       umiliazioni e miseria, fondò a Sot-                 mano ignota ancora oggi, purtroppo
       tomarina la “Casa fanciulli del po-                 lo uccise barbaramente e misterio-
       polo”: privilegiava gli ultimi della so-            samente con un tagliacarte nel suo
       cietà promuovendone la dignità di                   Istituto. Chi fu il sicario? Per quale
       creatura di Dio, nello stile del Divino             motivo? Non si seppe mai nulla.
       Maestro. Riprovò l’esperienza a Pel-                Con la sua vita si interruppe anche
       lestrina; notevoli ristrettezze eco-                l’opera. “Hanno ucciso un santo”, si
       nomiche lo costrinsero a ritornare a                andava esclamando dopo il clamore
       Sottomarina.                                        momentaneo. Alcuni ragazzi, divenuti
       Volendo ampliare la struttura abitativa             nel frattempo uomini e numerosi
       perché sgorgava dal suo cuore                       estimatori vollero ricordarlo con una
       l’amore disinteressato verso i deboli               scritta sulla lapide marmorea che
       e gli indifesi, contrasse debiti, incappò           sigilla il suo loculo in cimitero a
       nelle maglie della burocrazia, si                   Chioggia, dove, tra l’altro, si legge:
       scontrò in un contenzioso con il Co-                “non sia anche dimenticato/da chi
       mune tanto che nel 1947 fu sospeso                  ha beneficato”.

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