Page 11 - Notiziario di informazione religiosa anno XXI n.2 2019
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due riconoscenti ricordi                                     di Ruggero Donaggio




                       DON DINO DE ANTONI ARCIVESCOVO

       Dopo sei mesi di malattia,                                  possesso canonico dell'arci-
       all'alba di sabato 23 marzo                                 diocesi di Gorizia. Fu un cul-
       2019 a Gorizia è ritornato                                  tore  efficace e tenace, nello
       alla Casa del Padre don Dino                                studio della storia patria e
       De Antoni chioggiotto arci-                                 della Sacra Scrittura, forgiato
       vescovo emerito di quella                                   da una solida formazione giu-
       città friulana, dove ha voluto                              ridica, affinato dalla severa
       essere sepolto nella cripta                                 lezione dello storico Gabriele
       dei vescovi. Umile figlio di                                De Rosa e temprato da un’as-
       pescatori “pielegheto del Pe-                               sidua frequentazione delle
       rotolo diventato principe” diceva di sé, con gli   fonti archivistiche.  Amava la chiarezza, la semplicità
       occhi che infiammavano il suo volto illuminato di   e la concretezza; aveva uno stile inconfondibile
       uomo semplice e spontaneo, disarmante nella   nel predicare da tutti riconosciuto. Riusciva a farsi
       sua umanità. E' nato il 12 luglio 1936, ultimogenito   apprezzare dai dotti come dai semplici, perché la
       di dodici figli. Primo in tutte le discipline, compreso   sua omeletica nasceva non solo da una dote innata,
       il gioco del calcio dai Salesian; semplice, amabile   ma soprattutto da una grande preparazione continua
       e accogliente con tutti; è ordinato sacerdote il 23   sviluppata anche alla scuola del grande gesuita
       ottobre 1960 per le mani del vescovo Giovanni   padre Leon Xavier Dufour, il teologo francese più
       Battista Piasentini suo modello di vita. E' subito   tradotto nel mondo che, in segno di stima, non
       insegnante in Seminario e vicerettore, poi anche   volle mancare, anche se avanti negli anni, alla sua
       parroco a Dolfina, una piccola parrocchia vicino a   consacrazione a vescovo. Il cartiglio del suo stemma
       Chioggia, che gli permette, ma con grande sacrificio   di arcivescovo porta la scritta “Domino servientes”
       e fatica a volte improba, di studiare e laurearsi a   tratta dalla Lettera ai Romani cap. 12, v.11. “Solle-
       Roma in Diritto in Canonico. Canonico penitenziere,   citudine non pigri: spiritu ferventes; Domino ser-
       promotore di giustizia del Tribunale ecclesiastico   vientes” (cioè per Sollecitudine non tardi: fervorosi
       regionale triveneto, è Arciprete della cattedrale di   di spirito, servendo noi al Signore). Essa completa
       Chioggia dal 1981 fino a quando nel 1988 chiamato   quella del suo maestro mons. Giovanni Battista
       dal vescovo Sennen Corrà ricopre l'ufficio di   Piasentini, “spiritu ferventes”, un umile ma grande
       vicario generale, ufficio che gli viene confermato   vescovo parroco, aperto alla gente soprattutto ai
       anche dai vescovi Alfredo Magarotto e Angelo   più umili. A lui volle ispirarsi nel suo ministero epi-
       Daniel. Sempre vicino alla Comunità oratoriana,   scopale. Significative a tale proposito le parole del
       nei momenti lieti e in quelli dolorosi, con cuore di   lombardo mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, suo
       padre, con amore sincero, con l’aiuto fraterno,   successore nella sede di Gorizia, alle esequie: “Un
       nel 1990 è addirittura parroco. Nel 1991  è   uomo di grande cuore, saggio, umile, buono, attento
       nominato dal vescovo Magarotto presidente del   alle persone e alle comunità. Ma soprattutto un
       tribunale diocesano per la causa di canonizzazione   uomo di fede profonda, pieno di riconoscenza per
       del Servo di Dio Padre Raimondo Calcagno.   il dono della vita e soprattutto del sacerdozio e del-
       Eletto arcivescovo di Gorizia il 2 giugno 1999, il   l’episcopato, come ha dimostrato, affrontando con
       successivo 15 settembre riceve l'ordinazione epi-  completo abbandono alla volontà di Dio gli ultimi
       scopale nella Cattedrale di Chioggia e il 26 prende   pesanti mesi della malattia. Molti sacerdoti e fedeli

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