Page 11 - NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE RELIGIOSA ANNO XXIV N. 2 - 2022
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santità Filippina di P. Gontrano Tesserin d. O.
Giovanni Battista Arista volle essere il vescovo dei cuori
ri di Gesù e di Maria. Il suo motto episcopale
fu: “Omnia in caritate”, e di tale programma
sostanziò tutta la sua vita nel donarsi agli altri,
soprattutto là dove si soffriva. Così fu presente a
Torre Archirofi nell’alluvione del 1907; accorse,
primo tra i vescovi dell’isola, a Messina per il
terremoto del 1908; a Randazzo nel colera del
1910; a Solicchiata durante l’eruzione dell’Etna
nel 1911; a Guardia-Mangano nello scontro
ferroviario del 1912; a Linera nel terremoto del
1914. Fu chiamato il vescovo dei giovani per
la passione, tutta filippina, con cui sostenne e
promosse il movimento giovanile. Ma anche il
vescovo dei fanciulli, dei seminaristi, dei sa-
cerdoti, dei sofferenti: il vescovo di tutti, per la
sollecitudine pastorale che metteva sempre e
ovunque. Il segreto della sua carità apostolica,
Alle prime luci dell’alba del 27 settembre 1920, la sua forza, la sua gioia, fu l’Eucaristia. Quan-
moriva ad Acireale Giovanni Battista Arista, se- do parlava dell’Eucaristia – lo testimoniarono
condo vescovo della città. La voce unanime che molti – sembrava trasfigurarsi, quasi un bagliore
allora si levò fu quella che era morto il vescovo di estasi lo pervadesse. Accanto all’Eucaristia,
santo. Era nato il 2 aprile 1863 a Palermo, ma Maria. Fu devotissimo della Madonna e ne dif-
ben presto la famiglia si trasferì ad Acireale, fuse con entusiasmo il culto. Era solito invocar-
dove Giovanni Battista compì tutto il suo curri- la: “Ave Maria! e coraggio”. Portò ogni giorno
colo: studente nel collegio San Michele, semi- nel cuore, assieme alla bella croce vescovile,
narista, sacerdote filippino, vescovo ausiliare la vera croce, ingemmata dal dovere quotidiano
nel 1904 e vescovo della diocesi nel 1907. Furo- compiuto eroicamente e dall’immolazione del
no tempi inquieti e difficili quelli dell’episcopato corpo e dello spirito, in unione con Gesù. Sole-
di monsignor Arista per la ventata modernistica va ripetere: “Dalla croce non si scende, si sale”.
che aveva colpito la Chiesa in Italia. Nella pri- Colpito da grave e dolorosa malattia, sopportata
ma lettera pastorale ai suoi con esemplare forza d’ani-
diocesani egli scriveva: “Io mo, morì in concetto di san-
voglio essere il vescovo dei tità il 27 settembre 1920. È
cuori” e in tale espressione stato dichiarato venerabile
indicava, più che un pro- dal papa Benedetto XVI il
gramma, uno stile e un im- 1° giugno 2007. Il suo cor-
pegno. Un impegno vissuto po è custodito con amore
nella preghiera, infiammato ad Acireale nella chiesa
d’amore verso Dio e i Cuo- dell’Oratorio.
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